Non c’è pace per la sanità sassarese che ancora una volta pone in evidenza tutta la sua fragilità a scapito dei pazienti e del personale sanitario, spesso ostaggi di scelte organizzative discutibili e certamente contestabili.
Questa volta l’attenzione si focalizza sulla clinica oculistica universitaria, peraltro distintasi come eccellenza negli interventi di chirurgia vitreoretinica, che per questioni organizzative in ambito chirurgico, non riesce a sopperire alle tantissime richieste iscritte in liste d’attesa infinite, creando ritardi incolmabili su interventi anche urgenti e conseguentemente, obbligando molti pazienti a rivolgersi a strutture private a pagamento o ad altre strutture pubbliche spesso extra regionali, gravando economicamente sul sistema sanitario regionale della Sardegna.
La struttura dispone di una sala operatoria nel blocco operatorio dell’AOU per cinque giorni a settimana dalle ore 8 alle ore 14 di ciascun giorno e per tre giorni viene destinata ad interventi meno complessi, come la rimozione della cataratta, mentre nei restanti due giorni viene utilizzata per interventi chirurgici più complessi alla retina o nel trattamento del glaucoma. La questione, arrivata sui banchi del Consiglio regionale attraverso un’interrogazione dei Progressisti proposta dall’on. Gian Franco Satta, nasce dal mancato utilizzo della sala dedicata al day service, c.d. “Sala Delogu”, inaugurata in pompa magna nel 2019 e realizzata anche grazie ad un importante contributo economico della famiglia Delogu di Sassari che, nonostante sia attrezzata per eseguire interventi chirurgici meno complessi, come la rimozione della cataratta, ad oggi viene impiegata solamente alla mattina, per trattamenti ambulatoriali come ad esempio le punture intravitreali o per la cura delle maculopatie senili umide.
Se questa sala venisse utilizzata per gli interventi chirurgici meno complessi, anche nelle ore pomeridiane e quindi senza alterarne l’attuale impiego, si legge nell’interrogazione, consentirebbe all’equipe chirurgica delle cliniche universitarie, di impiegare l’altra sala disponibile nel blocco operatorio dell’AOU, interamente per l’esecuzione di interventi chirurgici complessi che richiedono maggiore tempestività e urgenza, consentendo lo smaltimento delle liste d’attesa.
“Da tempo non facciamo altro che raccogliere segnalazioni disperate da parte di pazienti e operatori sanitari che denunciano disservizi e problemi organizzativi di ogni sorta, dichiara l’on. Gian Franco Satta, oggi è il turno della clinica oculistica. Nei due giorni a settimana dedicati agli interventi più complessi, infatti, l’equipe medica riesce a svolgere mediamente 4 interventi per giorno alla retina o nel trattamento del glaucoma e quindi non più di 30/32 interventi al mese, a fronte di liste d’attesa chilometriche per interventi spesso urgenti e la cui tempestività è fondamentale per evitare aggravamenti delle malattie. Questa condizione obbliga molti pazienti a rivolgersi a strutture private a pagamento o a doversi spostare a Cagliari o peggio ancora nella penisola, per rivolgersi alle strutture sanitarie pubbliche delle altre regioni, gravando sul budget del sistema sanitario regionale della Sardegna. Solo a Sassari, l’indotto che ruota attorno alle strutture private per il trattamento di patologie che richiedono interventi chirurgici complessi, si aggira sui cinquanta mila euro al mese. Con l’interrogazione presentata oggi chiediamo al Presidente Solinas e all’Assessore Doria se non ritengano doveroso ed urgente intervenire presso l’AOU di Sassari affinchè la Sala Delogu possa essere utilizzata a pieno, destinandola agli interventi chirurgini meno complessi, come la rimozione della cataratta e consentendo, quindi, che l’altra sala operatoria possa essere utilizzata per cinque giorni a settimana, in luogo degli attuali due, per il trattamento di malattie più gravi e quindi per facilitare lo smaltimento delle liste d’attesa. Oramai assistiamo da troppo tempo al lassismo della politica della maggioranza che guida la Regione ed è mio e nostro dovere, denunciare ogni criticità per dare voce a chi, fino ad oggi, ha dovuto attendere tempi biblici per potersi curare, spesso anche a scapito della propria salute o aggravando il proprio quadro clinico. Allo stesso modo, credo sia ora di intervenire per garantire tempi certi di intervento ai pazienti sardi e scardinare questo sistema economico che sempre con maggior insistenza aleggia nei corridoi delle strutture private grazie ai disservizi o alla mala organizzazione di quelle pubbliche”.
Un altro aspetto segnalato nell’interrogazione riguarda l’assenza di un anestesista specializzato che assista l’equipe medico-chirurgica durante le fasi operatorie. Gli interventi chirurgici all’occhio, si legge, vengono eseguiti in anestesia locoregionale ma in assenza di un anestesista specializzato che all’occorrenza possa sedare i pazienti. Questa importante figura, invece, viene spesso sostituita da medici specializzandi del primo anno che legittimamente non dispongono della dovuta esperienza in tal senso.
“Anche quest’ultimo aspetto, continua l’on. Satta, è sconcertante. La presenza dell’anestesista specializzato è fondamentale nelle fasi operatorie oltre ad essere prevista dalle raccomandazioni e dagli standard di sicurezza, la sua assenza oltre ad essere inopportuna a garanzia del paziente, richia di esporre l’intera struttura ad eventuali responsabilità penali per colpa medica. Sarebbe opportuno che l’Assessore se ne occupi al più presto”.